In questo articolo voglio illustrarvi come l’approccio osteopatico considerando il corpo a 360° può andare a trattare le cervicalgie ottenendo spesso buonissimi risultati. 


Quando vogliamo approcciare il corpo umano nella sua globalità non possiamo soffermarci a studiare e valutare esclusivamente la zona sintomatica ma conoscendo l’anatomia dobbiamo andare a cercare le possibili cause spesso anche lontano dalla zona sintomatica ma che hanno collegamenti diretti. 


Voglio farvi un esempio:

Incidente stradale con tamponamento e conseguente dolore in zona cervicale. 

L’approccio classico è quello di andare a ripristinare la mobilità delle vertebre cervicali e a rilassare la muscolatura…giustissimo approccio ma non sufficiente a mio avviso…


La zona occipitale è direttamente collegata tramite le meningi spinali all’osso sacro per esempio, quindi un blocco sacrale importante condizionerà la zona cervicale  la quale non riuscirà mai a riprendere la sua mobilità. Il diaframma spesso rimane in una situazione di inspirazione condizionando la sua radice nervosa che parte dalla zona cervicale nello stesso momento i pilastri del diaframma vanno ad infierire sulla zona dorso-lombare alterando la mobilità della colonna in toto. 

Questo semplicemente per dirvi che esistono numerosi collegamenti che tramite l’approccio osteopatico andiamo a valutare per far si di ripristinare l’intero sistema con conseguente diminuzione della sintomatologia iniziale. 


Nella valutazione delle cervicalgie dovremo quindi approcciarci al paziente tenendo in considerazione si tutte le vertebre cervicale e la muscolatura adiacente ma non possiamo trascurare il bacino, il diaframma, lo stomaco, il fegato…